Quando tu giochi, scommetti, tenti una avventura ti affidi alla sorte. Puoi vincere o perdere, puoi avere successo o andare incontro ad un totale insuccesso.
C’è chi si rimette completamente al caso, alla fortuna, chi fa rituali e chi usa il calcolo combinatorio. Non sempre si vince, altrimenti maghi, indovini e matematici vincerebbero sempre. Allora vorremmo capire che cosa sia il rischio calcolato. Pensiamo che sia una situazione in cui chi scommette valuta la quantità di rischio che deve pagare, cioè la possibilità di quanto danno possa subire: una percentuale di R che vada da m diverso da zero ad M-1.
Ma questo va bene quando ci si occupi di corsa dei cavalli, di merci , di oggetti o di imprese, non quando si tratti di uomini.
Quale è quindi il rischio calcolato di Conte ? Di cosa si tratta? Come lo ha quantificato? Pensa che il suo calcolo porti ad un rischio pari a zero? Possibilità molto remota. Siccome non credo parli di denari, di beni ma di possibili morti, il suo rischio non è un calcolo razionale ma una implicita ammissione di altre esistenze troncate.
Quello di Conte, dei governatori non è un rischio calcolato ma solo un calcolo cinico!
Si sarebbe potuto aspettare ad aprire, si sarebbe potuto, questo sì, razionalizzare le aperture a scaglioni ed a tempi progressivi e soprattutto si è avuto tutto il tempo della quarantena per preparare in modo calcolato il ritorno ad una vita, che per forza di cose sarà diversa: organizzando in primo luogo la sicurezza nei posti di lavoro e poi nelle altre attività, utili ma non essenziali.
Ma chi ha calcolato il rischio che correremo? Chi ha deciso? Non certamente la politica, ormai soltanto mera portavoce.
Ciro Gallo