All’alba
lucidi di brillantina i capelli biondi
il naso aquilino
Anquetil inforca una bicicletta arruginita
e vola per una tappa senza traguardo.
Spropositatamente lunghe le gambe
legate al corpo, indipendenti da esso
pedalano scoordinate lasciandolo terribilmente indietro,
una nebbia pesante tiene coatti i pensieri
ed ogni loro conato.
Fermo, per la strada, a contrattare
in un misto di bretone e slavo
il sudore di una puttana.
Il ventre vomita uno sperma urinoso
ed inzuppa le gambe di ricordi .
Un sangue di madre ha lordato
tutta una parete della stanza in cui ha partorito
un vagito in braccio ad una mammana
che ha appena lasciato i suoi avventori nell’altra stanza.
Il viso cereo nasconde un mondo irreale
e di carta velina che si allontana.
Inspiegabile la colpa di un nato
a spese di una madre.
Anquetil pedala veloce verso
nessuna meta.
Attonito ed ottuso un padre, diviso tra l’amore ed il dolore.
L’odore dell’erba è scomparso
lasciandomi inerme avvolto nello scialle scuro della solitudine
e nella umiliazione del desiderio di morte.
20/8/2001
Ciro Gallo