Qui di seguito sono due lettere scritte in tempi diversi, ma che hanno un soggetto comune. Sono indirizzate a due donne che hanno avuto importanza nell’interpretazione delle opere e soprattutto nella fama di Vincenzo Consolo.
Credo che vadano pubblicate insieme, soprattutto ora che é uscito un compendio degli scritti principali dello scrittore .
Ho letto del meridiano le 130 pagine introduttive di Segre e Turchetta. Quest’ultimo soprattutto vede un Enzo che é solo in piccola parte il mio. Un Consolo per addetti ai lavori. Quanto sarebbe stato meglio cercar di penetrare la natura profonda di Vincenzo! La sua immensa bontà, la sua capacita’/desiderio di dare affetto , ma anche le sue chiusure egoistiche. A volte il suo essere riconoscente ma non amare, il suo “familismo psichico” escludente, la sua infinita dolcezza.
Puo’ uno scrittore geniale ed innovativo, soprattutto nel suo lirismo( e’ questo un mio pensare, altri si concentrino pure sulla scrittura), non essere contraddittorio?
Scrittore per critici e scrittori hanno descritto. E tu? Per te solo due citazioni fugaci, quasi impalpabili. Tu invece artefice della sua notorietà.
Mi accingo, inizio dall’ultimo, a rileggere “Lo spasimo di Palermo”, lo devo ad Enzo. Non mi era piaciuta la seconda parte, e lui lo sapeva. Era rimasto quasi offeso.
Studieró con maggior attenzione tutto ciò che ho di suo, forse capirò anch’io il Consolo dei critici. Spero di no, io amo un altro Enzo.
Ciro Gallo