Alcune semplici precisazioni a proposito della natura e del termine partito. Non grandi disquisizioni, solo piccole osservazioni, altri si sono spesi a lungo e poi sono naufragati.
Ormai in ogni congresso, dibattito, riunione, in cui partecipa un qualsiasi componente del nuovo corso del PD, si parla di partito di iscritti ed elettori. Allora mi chiedo: “Cosa e’ , cosa costituisce un partito?” e mi rispondo : ” Persone che liberamente si aggregano, che sottoscrivono un impegno attivo, basato su scelte ideali e che si riconoscono came facenti parte di questa entita’, testimoniandola anche con una tessera, simbolo di appartenenza” .
E’ la stessa cosa che essere elettori? Elettore e’ colui che, nella contingenza elettorale, riconosce valori e condivide le istanze di un partito e per questo lo vota. E’ il voto segno di appartenenza? All’elettore non viene chiesto l’impegno in prima persona . Certamente il partito deve essere aperto, stimolare la partecipazione, valutare le istanze di tutti i cittadini, elettori e non, mettendoli in condizioni di collaborare all’elaborazione di nuove idee e all’organizzazione di esso . Considerare pero’ iscritti ed elettori( o “votanti” alle primarie) allo stesso modo significa annacquare il partito, significa che non c’e’ distinzione, che chiunque puo’ gestire un partito ( anche senza riconoscersi in esso), significa correre il rischio della espropriazione di esso, cosi’ come e’ avvenuto!
Ciro Gallo