DC

A mia insaputa ero scritto alla Dc. Mio padre tra le tante tessere false , aveva stilato anche la mia, con tanto di firma, naturalmente falsa.

Sento ancora, me ragazzo, la sua voce  che mi rimprovera, che mi invita a modificare la firma, ad usare anche la mano sinistra.

Ogni anno al tesseramento era sempre così, una angoscia per tutta la famiglia. Tutti con la penna in mano. Mucchi di tessere da firmare sul tavolo, almeno 1500,  più dei voti che andavano alla DC. Quasi tutti in paese  ne “possedevano” una .

Ora scopro di essere ancora iscritto ad una vecchia/nuova Dc. Stavolta la tessera e’ vera , da me firmata : e’ quella del PD.

Mai avrei pensato che  pratiche democristiane diventassero parte integrante di questo partito, che anche noi si  f0sse  capaci di azioni cosi’ tuffaldine ad ogni livello !

Avevo deciso, dopo l’ascesa di Renzi, di tacitarmi, troppo era il disagio e la convinzione che niente servisse, che nessuna idealita’ potesse smuovere il pensiero ora imperante nel partito democratico.

Ora che qualcuno ha avuto il coraggio di dire che “ hic non manemus optime!” e che non si puo’ fornire alibi restando dentro , anch’io mi accingo ( per quanto valga) a restituire la tessera . Ho deciso quindi di pubblicare ( a pezzi) alcune considerazioni , esposte al congresso del mio circolo ad una platea disattenta, interessata solo alle loro piccole beghe di potere.

Forse potranno essere utili.

Voglio entrare in questo dibattito congressuale in maniera sobria , silenziosa, in punta di piedi per non svegliare dal sogno i nostri incolpevoli imprenditori. Non sarebbe giusto, dopo la tanta fatica prodigata da qualcuno di noi per farglierlo avverare.

Vorrei sforzarmi di essere umile ed uniformarmi così al senso di umiltà che ha ora pervaso il nostro partito.

Vorrei poter discutere e poi assecondare le posizioni che altri giá prima avevano preso.

Vorrei finalmente pentirmi di amare così tanto la filosofia e di farmi affascinare dal pensiero, perché noi non siamo filosofi, né liberi pensatori.

Sbagliando avevo creduto che il pensiero, il pensare, contasse nella vita individuale ed in quella della nazione, che fosse fonte di progresso ed evoluzione, che servisse ad individuare problemi e contraddizioni ed a risolverli. Felicemente mi hanno fatto ricredere.

Vorrei infine liberarmi della mia immagine di cultura, quella dei professoroni, al desiderio della quale ho improntato la mia vita personale e sociale ed intraprendere invece la strada della nuova vera cultura che, come una ventata di novità, é entrata nel PD.

Ho deciso di essere “Un Sir-like”, acquistare il corrente nuovo status , di moda ora tra noi, e presentarmi con un biglietto da visita con sù scritta tutta la mia carriera , la mia professione, così nessuno potrà dire : “ Ciro Gallo chi?” e fare anch’io una bella comparsa.

Soprattutto vorrei, nel prosiego di questo breve intervento, non essere arrogante, ne basta uno nel PD!

Ciro Gallo