Per avere controllo della mente è controproducente il controllo, più utile è l’ osservazione tramite la quale si può agire e non reagire alle situazioni. Da questo stato di osservatore ogni azione verrà intrapresa con scelte oggettive, non viziate da controllo o reazioni disordinate. Per ottenere questa perfezione è necessaria pratica, pratica, pratica. Diventare leader di se stessi conoscendo debolezze e virtù e considerarle alla stessa stregua è indispensabile a questo compimento. Riconoscere la propria grandezza e la grandezza altrui nella forma in cui è presente è motivo di onore. Controllare provoca un dolore aggiuntivo all’ esperienza della vita. L’ esperienza dolorosa del controllo limita il flusso di possibilità di vivere una vita piena e sincera. L’ illusione di metterci al riparo dalle situazioni dolorose tramite il controllo ci fa cadere in un loop costrittivo alimentato da se stesso. Lo sforzo prodotto per controllare genera ansia, l’ impegno partecipe perpetuato nell’ osservare genera leggerezza e concentrazione, producendo calma e fiducia, permettendo di vivere ogni esperienza con consapevolezza. Il controllo tende ad aggiungere qualcosa: pensieri e inclinazioni, preferenze e personalizzazioni, mentre l’ osservazione tende ad eliminare: giudizi e schemi, fissazioni e perversioni. L’ osservazione solleva il velo dell’ ignoranza, cambia il paradigma, l’ assenza di controllo produce un maggior contatto con la realtà, mette a nudo, scopre le carte, porta dal ciò che penso che sia al ciò che è, così com’ è. Un processo lungo e doloroso per sua natura, ma inevitabile per la coscienza, che da esso può trarne la massima trasformazione e liberazione.
Manuel