Ancora su Barilla

Davvero interessante il duetto su Barilla.

Come al solito uno parte con un’idea, convinto che sia la verità assoluta e si rende conto che esiste anche un modo diverso di leggere la realtà.

Ma non è che …

E’ da tempo che non sopporto più il politically correct. Parafrasando e storpiando Fantozzi mi vien da dire: il politically correct è una rottura di coglioni pazzesca !

Il duetto Barilla mi ha fatto subito pensare ad una recente conversazione fatta con mio figlio, Guido, 15 anni, a proposito dei gay e dei matrimoni gay, ma anche del razzismo nei confronti dei neri, pardon afro-americani, ancora molto sentito da queste parti.

La sintesi è la seguente: a me non frega niente che uno sia bianco o nero, gay o etero, basta che sia un uomo giusto. Poiché noi, mio figlio ed io, riteniamo di essere tutti uguali, siamo però infastiditi quando ci viene sbattuta in faccia la “diversità” degli altri.

Il gay pride mi urta profondamente, mi da proprio fastidio, in nome di che cosa devo subire questa manifestazione che è piena di cattivo gusto e volgarità ?

Perché ogni volta che un nero subisce un’ingiustizia è un fatto di razzismo e bisogna mobilitare le folle mentre se la subisce un bianco il più delle volte non se ne parla neppure ?

Il mio sentimento è che le minoranze facciano di tutto per restare tali e fare in modo di potersi compiacere della loro diversità.

Ma non è che… ecco, l’ho lasciato in sospeso fin dall’inizio. Non è che facciamo parte noi di una minoranza illuminata, quella che è capace di ascoltare l’opinione differente, quella che accetta il contraddittorio e la diversità ? Ma poiché siamo una minoranza esigua bisogna che qualcuno urli in faccia al resto del mondo per fargli capire le cose che per noi sono normali ?

Come spesso accade pecco di megalomania e mi porgo un gradino al di sopra della massa ?

Se qualcuno ha da dare una risposta.

A proposito di John Elkann, vabbè, ma vogliamo spendere una parolina per Lapo ? Qui a neuroni ce la giochiamo ai punti con Balotelli.

Abi