I papi della sinistra

Io lo conosco bene Gino. Per anni siamo stati fianco a fianco nel movimento studentesco di medicina. Mi colpiva la sua bonarieta’, il suo non estremismo, la sua pacatezza, anche se non mostrava la brillantezza intellettuale ed il carisma di altri.

Per anni ci siamo poi persi di vista. Lo ho incontrato di nuovo, una prima volta, all’esame di otorino. Irriconoscibile. Rideva alle battute idiote , poco spiritose dell’esaminatore. Cosi’ e’ l’universita’ ci si reincontra e ci si riperde di vista.

Sono seduto in terza fila, mai per mia caratteristica in prima, ormai medico, ad una lezione della specialita’ di gastroenterologia. Un codazzo di camici bianchi entra nell’aula del Granelli. Sono i chirurghi della scuola di Staudacher, il vecchio, noto barone. In mezzo a loro Gino. Mi si illuminano gli occhi, la bocca si apre ad un sorriso, cerco di salutarlo. Si siede in seconda fila . Fa finta di non vedermi. Succedera’ anche qualche giorno dopo in mensa. Avevo creduto ad una distrazione. Da molto non ci vedevamo. Confesso che sono rimasto male, ma ho capito. Il gruppo, il professore non era dei piu’ democratici ed il riconoscere me avrebbe potuto essere compromettente. La speranza di un lavoro e’ condizionante. Il nostro passato avrebbe potuto essere ricattatorio. Tra l’altro non e’ stato il solo. Qualcuno incontrandomi,  un giorno, in ospedale , dove egli frequentava e dove io ero andato a parlare col primario, a mezza voce mi aveva sussurrato: “Non dire che mi conosci”. Lo stesso che in futuro mi avrebbe fatto la corte, quando io ero diventato stretto collaboratore di un importante professore, al quale, in piu’ occasioni egli si “genufletteva”. Fino ad arrivare a portargli la tazzina di caffe’. Quella volta sono stato io a “sussurrargli” con sdegno: “Smettila di umiliarti, ricordati chi siamo stati ed il valore e l’onesta’ dei nostri ideali!”. Non credo sia cambiato, so come ha fatto carriera.

Sempre il destino dipende per alcuni da “lobbies ed appartenenze”, per altri da particolari fortuiti. Per caso alcuni di noi sono stati da questi indirizzati a svolgere l’umile utile lavoro di medici ospedalieri. Gino sappiamo cosa ha fatto.

Lo ho ammirato ed invidiato. Egli era riuscito a concretizzare, in valore assoluto, gli ideali per cui avevamo lottato e studiato. La mia ammirazione non era scalfita nemmeno quando mettevo a confronto la mia con la sua coerenza. Per me contavano i risultati, la realizzazione degli ideali. Mi dicevo: “Non e’ facile conciliare una integra coerenza con i risultati da ottenere”. Fino a quando pero’ qualcuno  lo ha voluto investire di un potere vicario, lo ha “eletto papa” della sinistra ed egli a cominciato a comportarsi di conseguenza. Credo non si fosse ancora liberato della caratteristica adolescenziale, che, per un periodo della vita, ognuno di noi ha: la sensazione di un potere taumaturgico. Ha creduto di poter influire, cosi’ per investitura, sui destini del nostro paese, se non su quelli universali… Ha dilatato   enormemente i suoi limiti. Fino a non aver coscienza di quelli dell’educazione e del rispetto.  E’ vero, si fa fatica ad essere rispettosi con Brunetta, ma a nessuno  e’ concesso essere superficiale e rimarcare “difetti” della natura a cui solo i canoni fittizi della nostra societa’ danno un valore di selezione. Se ci si puo’ permettere di dare giudizi estetici su uno sviluppo corporeo, allora ci si puo’ sentire autorizzati ad esprimere pareri,  escludere e ghettizzare coloro che hanno uno sviluppo intellettivo fuori dai parametri funzionali a questo tipo di societa’.  A nessuno,  soprattutto a noi medici, e’ consentito!

Oggi apprendo che Gino e’ tra i candidati del Movimento 5 stelle per il quirinale. “Da Papa della sinistra a Presidente della repubblica grillino”.

Per favore non si lasci strumentalizzare, continui Gino Strada a fare quello per cui abbiamo lottato e studiato e che la ventura ha voluto che facesse. Anche perche’ non ne avrebbe le caratteristiche!

Ciro Gallo