E’ stata una delle numerose telefonate della giornata. Di quelle che ricevi negli orari piu’ impensati ed infastidenti. Quando stai mangiando, quando sei concentrato su qualcosa di serio, persino quando sei in bagno. Corri a rispondere lasciando tutto quello che stai facendo. Magari sei sotto la doccia e tutto bagnato vai a tirare su il ricevitore, lasciando pozzanghere di acqua sul pavimento. Dall’altro lato la solita voce anonima, anche se ti scandisce il nome, che vuole deliziarti con offerte, con occasioni imperdibili e che riconosce in te l’uomo fortunato di quel giorno. Si fa fatica a restar freddi ed educati ed a pensare che chi ti sta parlando e’ un “fortunato” precario. A volte non ce la fai. Resti poi con un grosso senso di colpa per gran parte della giornata.
Questa mattina il prescelto sono stato io, per la mia fedelta’ ad un abbonamento. Ho declinato l’offerta ma non ho riattaccato. Questa volta, come altre volte, mi incuriosiva l’interlocutore. Sfruttando il suo accento, lo faccio con tutti quelli che abbiano una sfumatura di siciliano, sono stato io a tenere il bandolo. Io lo ho intervistato. A dire il vero dall’uso del suo “mo'” mi era sembrato napoletano. Io amo i napoletani , quelli intelligenti, pochi come loro ce ne sono in Italia, meno i furbi e gli indifferenti, quelli che: “io mi faccio il mio”.
Questa volta avevo sbagliato, il mio interlocutore era un siciliano trapiantato da quattro anni a Roma.
Vista l’imminenza delle elezioni, lo ho portato a parlare di politica. Niente sapeva, mi sembrava alquanto confuso. Sono rimasto perplesso. “Come si fa a 24 anni a non avere idee? A non accorgersi della situazione in cui lo hanno relegato e delle politiche di chi la’ lo ha spinto?”
“Si’ certo Berlusconi… no, no, non dovrebbe piu’ salire”. “Pero’ questi politici…” Ho pensato : “ecco un altro che alla fine, se non vota per Berlusconi, dara’ il suo assenso viscerale, senza un minimo di razionalita’, a Grillo.” Un barzellettiere che distribuisce promesse ed un comico che sa arringare le piazze “gridando verita’, “ma che e’ incapace di parlare singolarmente alla gente, a tu per tu.
Gli dico che ci sono persone oneste per cui votare. Gli chiedo : “Lei e’ di Catania?” Risposta : “Si’, si’ di Catania, Catania”. “Allora non ha neanche l’imbarazzo della scelta, perche’ di Catania e’ Claudio Fava, persona perbene, serio competente, che sa ascoltare senza interrompere. E poi e’ figlio di Giuseppe Fava”. “E chi e’ Giuseppe Fava?” “Sul serio non sa chi e’?”
“No”.
“Giuseppe Fava era un giornalista catanese ammazzato dalla mafia.”
“Ah si’. Andro’ a documentarmi.”
Gaetano, questo e’ il suo nome, e’ laureato in lingue orientali a Roma!
Gaetano non ha alcuna colpa, e’ vittima dell’incultura che ci ha colonizzati negli ultimi trenta anni, della scuola svuotata di contenuti e delle dimenticanze della sua citta’ natale.
Speriamo che si documenti ed agisca di concerto.
Ciro Gallo