Ci e’ capitata per caso in mano tale missiva, che riportiamo, indirizzata ad un medico . Di seguito una storiella come risposta.
Si rimane a disposizione per eventuali chiarimenti.
Risposta
Caro signor xxx, c’era una volta un medico, noto per essere serio nel suo lavoro. Che aveva come punto fondamentale della sua vita professionale il paziente. Che convinto di questo e della sua preparazione non si piegava alla prima testa di legno messa a capo da un potere clientelare.
Un giorno, a questo medico, gli si era eviscerato un paziente, in mezzo al corridoio del reparto di degenza. Pur non essendo un chirurgo, il medico di cui sopra e’ riuscito con grande difficolta’ a tamponarlo, allertare i chirurghi che lo avevano precedentemente operato e inviarlo in pronto soccorso. Il paziente, destinato ad una morte certa, si e’ salvato. Purtroppo, nel momento in cui stava riposizionando in addome l’intestino, il nostro medico ha avvertito che qualcosa in lui non andava. La notte stessa si e’ ammalato. Nonostante cio’e’ andato a lavorare, e per ben 4 giorni, con la febbre. Per farla breve si era preso una infezione da Citomegalovirus, con successive complicanze. Ecco spiegati 100 giorni di assenza per malattia.
Il medico aveva un direttore che per motivi “arcani” era diventato capo. Tale signore, noto per il suo attivismo culturale, la sua professionalita’ e la sua alta produttivita’, aveva un solo cruccio. Soffriva molto la preparazione degli altri , anche quella del nostro medico. Il quale, anche se con molta educazione, non si sottometteva ad impalpabili rappresentanti del nulla . Questo creava irritazione, perche’ acuiva un disagio, un certo senso di inferiorita’.
I capi si sa, soprattutto quelli che non contano, sono usi a vendicarsi. Al nostro medico era stata data la responsabilita’ di una struttura semplice. Egli credeva che fosse stato un riconoscimento alla sua preparazione , alle sue specialita’, alla sua esperienza, al suo curriculum insomma. Invece no. Si convinse, un giorno, che la concessione gli era stata fatta perche’ molto amico di uno di CL. Era stata questa una delle ragioni che lo avevano spinto ad accellerare l’andata in pensione. Comunque. Nel periodo del suo incarico aveva voluto dare dignita’ alla funzione che ricopriva . Richiedeva quello che la legge ed il contratto di lavoro prescrivevano.
Normalmente chi ha un vero potere non ha problemi a riconoscere quello degli altri, soprattutto se a lui subordinati. Diverso e’ per chi il potere lo avuto perche’ cliente. Non sapendo non solo gestirlo ma neanche concepire cosa sia , sbizzarrisce , si sente sminuito, cioe’ quel che e’: niente. Cosi’ cerca di vendicarsi. In quel caso usa il sottobosco di altri che come lui condividono la stessa situazione, che siano clinici o amministrativi.
Al nostro medico erano toccati colleghi di varia provenienza, che, per un motivo o per un altro, non erano graditi nei reparti di origine. Insieme erano riusciti, con impegno e amicizia a costruire un team, anche se con qualche distinguo, molto affiatato ed interessato al paziente. Naturalmente il nostro medico aveva profuso tutta la sua forza, capacita’ e preparazione. Una cosa non era riuscito a fare, dare una completa autonomia ai colleghi, nei confronti di una autorita’ non autorita’. Questo e’ a loro servito perche’ il non autorevole capo ha dato a loro giudizi superiori a quello dato al medico responsabile, artefice del loro miglioramento professionale, il quale ha avuto un giudizio minimo. Agli inzi il nostro aveva cercato spiegazioni presso chi avrebbe dovuto vigilare sulla veridicita’ di quella valutazione. Poi avendo capito che costui o costei, nuovo o nuova dell’ambiente, non lo conosceva nemmeno, ha lasciato perdere. A persone che neanche ti conoscono ne’, richeste di un parere, si peritano di informarsi, e’ lasciato in mano il tuo destino!
Ora scopre che soldi a lui dovuti hanno risentito delle assenze per malattia, presa in reparto, e del giudizio di uno.
Vendetta e’ stata consumata. Solo che il medico, che non e’ mai stato un prezzolato, dei pochi soldi se ne puo’… …
E chi la ha perpetrata, la vendetta se la puo’ tenere stretta nelle parti sue piu’ nobili…. Egli e chi lo avvalla, degni rappresentanti di questa italia ( con la lettera minuscola.)
Ciro Gallo