Il compagno liberista.

Non si capiva se anticipasse i tempi o volesse indossare i vestiti degli altri. Preconizzava il tempo a venire, l’evoluzione che avrebbe avuto, quella pero’ gia’ determinata e precostituita dagli eventi precedenti. Un semplice esercizio di logica inferenziale, a cui dava , e ancora da, un valore di assolulo :”nessun altro modo e’ possibile”. Una idea che neanche la scienza puo’ sostenere. Nessuna teoria e’ e sara’ valida per sempre. La “costante” del mondo e’ un valore contingente. E’ possibile quindi che una idea, un concetto politico, una teoria o un trend economico, che derivano da una “scienza” sociale, possano avere un valore assoluto? Questa e’ la grande presunzione,il grande errore di Giorgio Napolitano :” non si puo’ fare che cosi’,  non ci sono alternative”. Ma forse noi siamo troppo buoni. Forse, non avendo egli avuto riscontro alla sua ambizione nel partito comunista , volgeva e volge lo sguardo altrove.  Prima al socialismo di Craxi, ora, da ” unico leader”rimasto,  al liberismo . Il compagno liberista.  Quello che pero’ piu’ ci turba e’ la mancanza , se non l’assenza, di sensibilita’, al di la’ del costrutto giornalistico che i media ne fanno . C’ e’ sempre bisogno di un “padre” della patria  da “vendere” al popolo. Dicevamo sensibilita’ , piegata  ad una idea a cui un personalismo narcisista da un valore prioritario. Niente lascia all’umano. Un vero padre, un uomo di stato sensibile, il capo dello stato , soffrirebbe per i suicidi che si susseguono, per i sacrifici e la tristezza del proprio popolo , resi infruttuosi. Ce lo aspetteremmo rinsecchito dal dolore, forse un po’ trascurato, nel pensiero di esso. Niente di cio’, solo qualche parola di prammatica nella torre eburnea della sua idea assoluta. Trova pero’ il tempo per polemizzare con Grillo. Con Grillo! Sara’ colpa di un pensiero rigido e di un non sopportare nemmeno un dubbio sulla sua persona. Grillo  “gioca” un ruolo di cui egli stesso non conosce il valore : quello di uno spontaneo sussulto,  un liberarsi della democrazia di fronte all’occultamento di essa al popolo. Una specie di reazione anticorpale, anche se inizialmente inefficace nei confronti della vastita’ degli antigeni.  Indirizzare ed espandere tale risposta e’ compito delle intelligenze democratiche.  Dismetterla con derisione da parte degli attori sociali ( politici , giornalisti e quant’altro) che hanno avuto un ruolo nell’annullamento del popolo nella costruzione e condivisione della democrazia, e’ di chi ha una visione superficiale e stereotipata, quando non interessata per la difesa di privilegi. Quanto poi alle reazioni di Napolitano, sminuenti un fenomeno sociale , si’ amorfo ma con capacita’ evolutive, esse ci sembrano dettate,  da una parte, da un io ipertrofico:  nessuna critica e’permessa verso il personale amore del presidente,   dall’altra,  dalla messa in dubbio della sua attuale azione politico-governativa. Entrambe  le cose gli impediscono una vera disamina critica, politico-sociale.

Ciro Gallo