Greci

Il totale silenzio  e’ calato sui Greci. Chi il prossimo popolo? I giornali e le televisioni sono ora muti o usano  la bassa voce. Perche’? La Grecia e’ solo l’ “accordo” con i creditori!

Non essendo un esperto di economia, parola infelicemente bugiarda, che sa di imbroglio, cio’ che scrivero’ risentira’ della lettura  di un appello, che gira nelle maggiori universita’ europee, di cio’ che ho cercato di capire, ma soprattutto  della mia partecipazione emotiva. Mi si dira’ che essere emotional non e’ da razionali ed e’ forse da deboli. Bene, voglio essere debole e non razionale! Voglio essere un normale cittadino europeo e quindi anche greco. Mi sforzero’ di pensare come i Greci , di immedesimarmi in loro. Non credo mi sara’ difficile, vista la comunanza culturale, la comune situazione, in cui ci hanno spinto, la nostra personale prospettiva e la strumentale considerazione che di noi mediterranei hanno nella middle europa. Qualcuno insinua in quei popoli una insana presunzione di certezza e perfezione. Hanno un bel dire i nostri due vati, con qualche vena di maleducazione: “Noi non siamo come la Grecia!” Cosi’ facendocela sentire dietro l’angolo. Non so se volontariamete a mo’ di ricatto. A questo punto si’, mi e’ facile immedesimarmi, sentirmi greco. Mi e’ facile  guardare con impotente tristezza, venata di disprezzo per chi ne e’ responsabile, ai giovani greci, uno su due e’ disoccupato, alle 25 mila persone senza tetto che vivono per le strade di Atene, al 30% della popolazione che e’ sotto la soglia di poverta’. Mi e’ facile sentire pena e dolore per i bambini che le migliaia di famiglie sono costrette a dare in affidamento,per non farli morire di fame e di freddo. Che ricordi avranno nella loro vita questi piccoli esseri, doppiamente innocenti?

I “salvatori” della Grecia, col pretesto che i greci ” non fanno abbastanza sforzi”, impongono un piano di aiuti che e’ in effetti un piano di occupazione di un paese, che abolisce i diritti costitutivi, intrinseci all’uomo. Un piano  di omissione della democrazia. Cio’ che sta succedendo, cio’ che e’ successo in questi ultimi  anni non e’ una calamita’ naturale, a cui non si puo’ porre rimedio. Qualcuno lo ha voluto! La soluzione c’era. Anche ora  l’obiettivo non e’ salvare la Grecia ma guadagnare tempo, per salvare i creitori. E’ facile capire che la Grecia e’ il laboratorio di un cambiamento  che coinvolgera’ tutta l’Europa. Lo scopo e’ quello di andare verso una societa’ senza welfare: senza diritti sociali, senza servizi pubblici, in cui la salute sara’ un privilegio per chi lo potra’ acquistare. Una societa’ che ha in se’ l’inevitabile eliminazione dei poveri, degli anziani, dei malati, dei portatori di handicap, la parte piu’ vulnerabile della popolazione.  Quelli che resisteranno, che avranno un lavoro, destinati all’impoverimento e alla precarizzazione. Davanti a questo progetto gli imbelli “rappresentanti” del popolo, ovunque nei paesi piu’ colpiti dalla crisi, alzan le mani e ” concedono in dono” la democrazia agli “esperti”, ai banchieri, rappresentanti del potere finanziario. Mantengono comunque entrambi , in maniera pervicace, il monopolio della parola, quindi quello decisionale. Il popolo, la gente, i desideri , le speranze delle persone non contano.Non e’ piu’ tempo di libere consultazioni, di rendere conto dell’operato. Un regime di verita’ assoluta!

L’unione europea, solo  unione monetaria,esercitando un potere privo di legittimazione democratica,  sotto il ricatto dell’ “austerita’ o catastrofe” emette diktats (su lavoro, pensioni, privatizzazioni dei patrimoni di un paese) che sono l’orgoglio di un capitalismo dal volto inumano. Ora cio’ che e’ stato imposto alla Grecia e’ stato fortemente “consigliato” agli altri PIIGS, quasi tutti paesi mediterranei, che, Italia per prima, cosi’ come sono adesso, non servono piu’ come bacino per esportazioni. Chi si e’ arricchito ha ora in mente altri mercati. Cosi’, tenere in mente la Grecia, difendere, partecipare, sentirsi Greci non e’ un gesto di solidarieta’, di umanita’ ma  di presa di coscienza che quanto sopra detto ci riguarda. In gioco c’e’ la democrazia, il destino del popolo europeo. Per questo  oggi e’ gia’ tempo, urge demistificare la pressione razzista che attribuisce al supposto carattere di noi mediterranei (“parassitismo, ostentazione, disonesta'”) la causa di una crisi, in realta’ nata altrove, a fronte  invece di popoli “perfetti”.

 

Ciro Gallo