Altra polis

Svegliati di soprassalto, come da un sonno, dallo sbattere delle imposte, per una intemperie appositamente provocata e nascosta; tutto messo a soqquadro. Atterriti, qualcuno ci terrorizzava, ci colpevolizzava. Sorpresi, stupefatti, assediati da un nemico invisibile, per una guerra da noi mai dichiarata. Dove le nostre colpe?

Voci imperiose, con fare suadente, ci convincevano che noi avevamo approfittato della situazione, che tutti noi dovevamo porre rimedio. Avviliti, interroganti, ci guardavamo dentro ma non trovavamo eccessive responsabilita’. Afasiche, per orecchie proditoriamente sorde, le nostre ragioni. Quasi suppliche che ci risparmiassero punizioni non meritate. Meccaniche ed irrazionali le loro figure, distaccate dal nostro esistere, non toccati dalla loro burrasca. Derelitti, desertificati, senza un riparo,costantemente spinti in una illusione di immaginarie distruzioni.

E’ questa dunque la nostra civilta’? E’ questa dunque la nostra polis?

Privati del diritto di cittadinanaza da imperii invisibili, forze disgregatrici di una essenza comune, per un vivere di pochi. No , non e’ questa la nostra citta’, il nostro scopo, il desiderio di noi. Colonizzati ai loro voleri, tentano di espropriarci persin del pensiero, vecchi senza canizie, stereotipi scemi della complessita’.

No, no, voi non siete i nostri rettori, solo padroni di macerie. Questa distruzione non e’ la nostra convivenza. No, non e’ la nostra costruzione. Non e’ la nostra citta’. E se anche lo fosse stata, prima della vostra azione, ne edificheremo una nuova , un’altra Polis, in cui vigeranno altre categorie a posto di quelle vostre, vuote e svuotate.  In cui categorie , da noi ritenute universali e da voi camuffate, avranno la giusta declinazione. In cui le parole avranno il giusto significato. In cui nessun sentimento sara’ bandito. In cui metteremo al primo posto il risentimento verso di voi, fautori della negazione!

Statevene pure nelle macerie della vostra ricchezza. Non avrete la nostra collaborazione. Impegnati nel nostro ricrearsi personale e collettivo, un cammino di riscoperta della immensa civilta’ interiore, che la cultura della vostra politica dell’ egoismo aveva occultato.

Ciro Gallo